La semplice obesità, non compare nella classificazione del DSM-IV R, poiché non n’è stata accertata l'associazione costante con alcuna sindrome psicologica o comportamentale. Tuttavia, quando vi sono prove che qualche fattore psicologico abbia un ruolo nell'eziologia o nel decorso di un caso particolare di obesità, questo può essere indicato registrando i Fattori Psicologici che Influenzano le Condizioni Mediche.

 

Le persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare, sono poco consapevoli di quali sono i loro reali bisogni (fame biologica e mentale) in “figura” e quali sono quelli sullo “sfondo”, usano infatti un’alimentazione sbagliata in eccesso (bulimia, obesità, abbuffate compulsive) o in difetto (anoressia), e quindi per aiutarli è indispensabile un cambiamento nel comportamento oro-alimentare e nella gestione del loro self-empowerment. Ciò paradossalmente prevede che la persona faccia quello che è incapace di fare: mangiare di più o di meno, ignorando che questa condizione dipende proprio dall’incapacità di riuscire a controllare la propria alimentazione. 

 

Non si può quindi pensare che la sola prescrizione dietetica possa essere sufficiente. Il percorso terapeutico tende a far pervenire tali soggetti alla padronanza di sé, per mezzo dell'introspezione, della ristrutturazione cognitiva e corporea, della sperimentazione profonda del processo di conoscenza di sé. Questo processo è alla base della possibilità di aumentare la auto-consapevolezza, di acquisire la capacità di distinguere e la capacità di assumere impegni verso se stessi.

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"Non posso impedirti di inciampare. Però posso medicare il tuo piede ferito. E prenderti in braccio, fino a quando non sarai in grado di camminare sulle tue gambe ... Avrò cura di te" 

(Gramellini e Gamberale)

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