La patologia e il disagio che la persona manifesta, secondo la psicoterapia Gestaltica sono le interruzioni al confine tra l’individuo e l’ambiente, ossia tutte quelle situazioni che impediscono il processo di adattamento creativo tra pensieri, azioni,  comportamenti ed emozioni che condizionano uno scambio soddisfacente tra la persona, l’altro e l’ambiente. 

Le procedure gestaltiche mirano infatti a portare la persona ad accettarsi nel suo modo di essere, dirigendo l’attenzione verso sentimenti e pensieri personali, riferiti al presente (qui e ora), e non al passato o al futuro. L’obiettivo è quello di aiutare la persona a sperimentare il reale piuttosto che ad immaginarlo, focalizzando l’attenzione sulle sensazioni corporee, sul respiro, sui movimenti, sui disagi e facendogli simulare dialoghi con figure significative della sua vita perché siano chiarite le “questioni in sospeso” o “gestalt interrotte”.
La metodologia e la fenomenologia della Gestalt si riferiscono all’esperienza immediata, alla sensazione emergente e alla consapevolezza che si produce nell’esperienza dell’incontro relazionale. Sono infatti determinanti nella metodologia e nelle tecniche usate la  relazione dialogica e le esperienze consapevoli di sensibilizzazione.
Infatti la Gestalt consente di accresce l’espressività emozionale, la sensibilità corporea, l’assertività e la creatività delle persone. Per la Gestalt infatti il Sé è una funzione di adattamento creativo che consente lo scambio in divenire tra l’individuo e l’ambiente, tra mondo interno e mondo esterno.

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"Non posso impedirti di inciampare. Però posso medicare il tuo piede ferito. E prenderti in braccio, fino a quando non sarai in grado di camminare sulle tue gambe ... Avrò cura di te" 

(Gramellini e Gamberale)

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